Il termine privacy, in italiano ”riservatezza” o “privatezza”, indica il diritto della riservatezza della vita privata di un individuo.
Con il tempo e con l’avanzare della tecnologia, il significato si è evoluto; oggi, con questo termine indichiamo il diritto di un individuo di controllare
che le informazioni che lo riguardano vengano trattate da altri solo in caso di necessità. Oltre che con la tracciabilità della persona, incrementata a causa
dei cellulari, anche l’estrema facilità di reperimento di indirizzi di posta elettronica e la digitalizzazione delle immagini, stanno favorendo il declino della
riservatezza dell’utente e la difficoltà della tutela dei dati.
Per diritto alla privacy si intende il controllo dell’uso dei proprio dati personali e la loro circolazione; nonostante ciò, più della metà degli utenti non si
preoccupa delle regole della privacy.
I dati sono qualsiasi informazione che identifica una persona in maniera diretta e indiretta e il trattamento di essi
consiste nella loro raccolta, conservazione e diffusione. Il consenso del trattamento dei dati è un’informativa con la quale il titolare del trattamento dei dati
(colui al quale competono le decisioni in merito alle modalità del trattamento dei dati e agli strumenti utilizzati a tal fine) informa il proprietario dei dati dello
scopo per il quale i dati sono stati raccolti e quest’ultimo è tenuto a dare il proprio consenso esplicito.
La legge sulla privacy punisce con la reclusione chi compie un illecito trattamento di dati tramite Internet.
Per tutelare l’individuo, esso stesso può:
- utilizzare password con codici alfanumerici;
- evitare di comunicare le proprie password;
- configurare il livello della privacy del proprio browser;
- leggere attentamente le licenze e le disposizioni riguardo la privacy prima di determinate operazioni.